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Report (vecchio) Assemblea di facoltà 12/11/09
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Topic: Report (vecchio) Assemblea di facoltà 12/11/09 (Read 2354 times)
gabrif7
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Posts: 53
Report (vecchio) Assemblea di facoltà 12/11/09
«
on:
November 15, 2009, 03:36:34 PM »
In rosso: domande di vito
In Blu: risposte mie
1° blocco: 270
Jacopo spiega la 270, con le relative conseguenze in particolare nella nostra facoltà:
colloqui di ingresso e numero programmato alle magistrali, problema rapporto fra numero studenti e professori. In particolare nelle nostre magistrali ci sono circa 9-10 docenti in meno di quanto richiesto dalla legge: sono solo in 70 contro gli 80 richiesti. Facendo le dovute proporzioni 100/150 studenti sono attualmente di troppo nei corsi specialistici. Si può scegliere di non adeguarsi alla legge ma, se non si vuol finire nella lista nera del ministero, è d'obbligo il numero chiuso alle magistrali.
Si affronta con Rossi il discorso sulla programmazione: la facoltà dovrebbe sapere prima quanti studenti ci saranno l'anno successivo per programmare il corso, anche in base alle risorse (punto che mi è un po' oscuro, non sarà l'unico).
Sinceramente non ho capito. Qualcuno me lo spiega?
Non ho capito neanche io, rossi sosteneva che il problema non fosse solo il rapporto prof/studenti ma anche il fatto che, con le poche risorse, sia necessario conoscere per quanti studenti bisognerà programmare l'anno accademico, da li il test.
Mi sembra una considerazione ovvia detta così e, siccome Rossi, non fa considerazioni ovvie e scontate, chissà cosa volesse dire…..
Segue l'intervento di Nicola sul significato della parola "università" e sul compito della stessa rispetto allo studente: non è sufficiente che essa ci dia competenze e conoscenze; essa ci deve bensì formare, crescere e darci una sorta di interfaccia culturale che vada al di là del proprio settore di studi.
Non ho capito che vuol dire in pratica…
in pratica vuol dire che il compito della facoltà di psico non dovrevve essere solo quello di spiegarti freud wundt e le sinapsi, ma anche, credo, di formare l'individuo, fargli maturare una sorta di senso critico e di autonomia intellettuale. Un'università nel vero senso della parola e non un mercato di competenze teoriche.
Beh, qua mi piacerebbe sapere da Nicola cosa vorrebbe in pratica. Io credo che anche studiando Freud e sinapsi si sviluppi il senso critico. Inoltre ci sono molte lezioni che ho seguito in cui si discute di altri temi (dalla Steila a Miceli, dalla Colle a Rossi, da Blandino a Ricolfi, e anche parecchi altri). Forse Nicola ha qualche proposta in particolare.
Penso comunque che nicola si riferisse a un possibile scenario futuro dell'università
Intervengono alcuni ragazzi subito toccati da questo maledetto numero chiuso: "certo, è giusto che tutti entrino alle magistrali, ma come?", "Il numero chiuso triennale non è abbastanza severo, mi viene da pensare che sia per quello che siamo in troppi", "uno che si è laureato a Torino alla triennale dovrebbe comunque avere la precedenza sui forestieri".
Scusate, ma Rossi non ha spiegato che per le nostre magistrali il tetto di posti disponibili è molto alto? Oppure sti ragazzi ne fanno un fatto puramente di principio? Non ho capito un’altra cosa: vorrebbero ridurre il tetto alla triennale per non dover mettere il numero chiuso alla magistrale? E che razza di soluzione è? Almeno così si laurea più gente alla triennale. Sulla questione che i forestieri dovrebbero avere meno chance dei laureati a Torino, faccio finta di non aver letto…. Si passa dal sistema meritocratico del test (giusto!!) al sistema oligarchico Piemontese???
rossi efefttivamente non ha detto che il numero sarà alto; considera per il resto che io riporto gli interventi e basta; è ovvio che la ragazza che ha detto che l'introduzione del test alla magistrale fa pensare ad una bassa selettività del test triennale, o a un numero troppo elevato di posti, non fosse molto lucida. O forse ignorava che molti di quelli che si iscrivono alle nostre magistrali vengono da altri atenei, quindi si sommano i nostri triennalisti a quelli di altre facoltà. Per quanto riguarda l'ultimo punto (i forestieri), ho solo riportato l'intervento, pur considerandolo molto opinabile (in senso negativo). La ragazza non era però contro i forestieri in generale ma contro quelli che si iscriverebbero alle magistrali; i triennalisti in pratica dovrebbero avere la precedenza su tutti. (l'intervento ha provocato sdegno in tutta l'assemblea)
Riporto poi alcuni dati espressi da Rossi:
Per i corsi triennali (1° canale) dovrebbero esserci 4 professori per ogni annualità, per i corsi magistrali (2° canale) 3 docenti per ogni annualità.
Inoltre ho trascritto un rapporto: 1 professore ogni 50 studenti, non so a cosa si riferisca in realtà, ma credo all'attuale situazione della nostra facoltà.
Non ho capito. Qualcuno me lo spiega?
Parlava di numeri..e ha citato questo rapporto riferendosi credo all'attuale situazione, ma come detto non ne so di più.
Non mi pare una cosa fondamentale. Se qualcuno ha capito meglio bene… altrimenti va bene così per quanto mi riguarda.
Tirassa ampia il discorso parlando della conoscenza e del ruolo del docente come portatore/promotore di questa all'interno di una nazione disinvestita dalla sete e dalla diffusione del sapere "il compito è difficile, molto dipende dal senso critico dello studente, al più posso spostare l'orientamento al voto di 10 persone, ma poi, che altro fare?"
Ok, sul ruolo del docente. Molto alla Tirassa ma almeno ho capito. Non ho capito la citazione: vuole cambiare l’orientamento politico degli studenti? Non è una critica. Non ho proprio capito.
Per quanto riguarda l'orientamento, intende dire che l'unica protesta politica, l'unico atto simbolico che un singolo professore può fare è quello di cambiare o modificare la coscienza politica di una decina di studenti.
Magari anche più di una decina. Grazie del chiarimento.
Il discorso passa quindi sul tema del diritto allo studio.
Infine un ragazzo chiede: "su che competenze ci valutereste per l'accesso alle magistrali? abbiamo tutti ricevuto una preparazione diversa a seconda dell'ateneo di provenienza".
2° Blocco: Riforma Universitaria 160
Stefano illustra i punti centrali del disegno di legge sottolineando che: "l'applicazione delle norme non dovrà gravare sulla spesa pubblica".
La riforma attacca il diritto allo studio e il reclutamento/turn over; il potere verrà accentrato.
RETTORE
Potrebbe essere un esterno all'ateneo, venire ovvero da Cagliari o Catania o Aosta. Inoltre rispetto ad ora dovrebbe avere più competenze "manageriali".
Anche qui spiegherei meglio.
Così come è scritto sembra che il problema sia un problema che venga da fuori e che abbia competenze manageriali. Il rettore del Poli viene da Savona ed un fatto ottimo che abbia grandi capacità manageriali.
Considera che io riporto alcune delle modifiche sostanziali della riforma, senza dire se siano positive, negative o da considerarsi come problemi. (comunque implement poi per quanto riguarda il discorso rettore.)
CDA
Con l'ingresso dei privati (al 40%: rettore + 5 esterni scelta da chi?, + 5 interni) nel Cda l'uni potrebbe diventare una vera e propria azienda.
Idem come sopra.
Dipende dal tipo di azienda….
Mah, l'università per me non dovrebbe essere considerata un'azienda in senso stresso, non deve essere una società che produce e poi guadagna e via dicendo. Però sono opinioni
All’estero probabilmente il modello aziendale funziona meglio. In Italia, concordo abbastanza con te.
Sarebbe responsabile delle linee politiche dell'ateneo (decisione e attuazione), oltre che della gestione economica; avrebbe più poteri del senato accademico.
SEN. ACCADEMICO
Ora è l'organo politico che decide le linee programmatiche dell'ateneo: dove dirigere le risorse, programmazione e progettazione didattica e ricerca, decisione apertura/chiusura corsi di laurea, decisione obiettivi. In futuro: passerà da 42 a 35 studenti, perderà qualsiasi responsabilità e potere decisionale; potrà infatti fare proposte e esprimere pareri, perdendo ogni tipo di licenza esecutiva. Tutte o quasi le precedenti mansioni saranno nelle mani del CDA.
DIPARTIMENTI E FACOLTA'
Ora: il dipartimento si occupa della ricerca, la facoltà della didattica.
Con la Riforma: scompaiono in concreto le facoltà che dovranno svolgere solo ruoli coordinatori, sparisce il CDF, nasce il direttivo, il dip. si occuperà anche di didattica.
FONDO DI MERITO
Per promuovere l'eccellenza verrà istituito un fondo di merito per invogliare appunto lo studente ad eccellere; grazie a questo fondo verranno istituiti prestiti ad honorem (buoni studio da restituire al termine degli studi). Il problema è: da dove escono i fondi per il fondo? Considerato che non ci devono essere spese pubbliche, i soldi proverranno da finanziamenti privati.
Anche qua bisogna spiegare gli eventuali rischi perché di per sé non è una cosa negativa. Un terzo del mio stipendio proviene dalla NEC (colosso privato giapponese). Se io incontro il Signor NEC, dato che mi mette in tasca più di mille euro al mese, mi metto con la faccia a terra e se vuole ci può anche camminare sopra (come direbbe il grande Troisi ).
il finanziamento privato in questo fondo, come la presenza di enti privati all'interno dell'ateneo (presenza abbastanza consistente) è assai negativa. Una sorta di fase di passaggio dall'università pubblica all'università privata. Probabilmente tutte queste modifiche prese in se possono essere irrilevanti (+ o -) ma considerate tutte assieme sono devastanti, secondo me; comunque vale sempre il discorso che riporto le modifiche in sé. Poi ognuno si fa la sua idea.
Mah… senza parlare dell’estero, basta considerare che al Poli, il rettore ha saputo sfruttare benissimo i finanziamenti privati, beneficiando anche gli studenti. Secondo me, dipende da caso a caso.
Alla fine della presentazione di stefano interviene un individuo non identificato, una spia o un infiltrato che chiameremo per semplicità il ricercatore dal pullover blu. Questi sostiene che: "alla fin fine questa riforma è abbastanza imprecisa, ma per il resto se il potere è concentrato nel cda o nel senato accademico, cambia poco, solo il contenitore"--No comment..
Anche per me No-comment perché non ho capito nulla di questa frase. Se qualcuno ha capito cosa volesse dire lo scriva, altrimenti lasciamola così e sto Tamietto, se legge il forum o comunque il documento, magari ci illuminerà.
Semplicemente il buon tamietto sostiene che c'è solo uno spostamento del potere. E che sostanzialmente questo spostamento non ha conseguenze rilevanti sulle politiche di ateneo.
Alche, forse per nascondere le sparate del collega inesperto, finalmente interviene Roccato: "in realtà l'ateneo oltre a non ricevere più fondi, subirà delle nuove spese che prima erano a carico dello stato e del pubblico, l'università dovrà sborsare quindi più soldi, oltre che non riceverli più" (mi pare si riferisse a calcoli di valutazione e di elaborazione sull'andamento dell'ateneo, ma non sono sicuro). E poi: "la valutazione del virtuosismo universitario verrà effettuata sugli atenei e non sulle facoltà singolarmente, si fa quindi un unico calderone non considerando che ci sono facoltà più o meno virtuose all'interno dello stesso ateneo". Infine si incazza con la riforma...
Mi pare poi che intervenga Adenzato per dire, tra le altre cose, che ci sarà un'intrusione ministeriale anticostituzionale all'interno di un organo decisionale universitario (non ricordo quale, sta di fatto che il presidente di tale commissione sarà scelto direttamente dal ministero, cosa che prima non succedeva).
Intanto il ricercatore dal pullover blu, accortosi della castronata, scappa dall'assemblea.
Parla poi Nicola chiedendo a Tirassa e agli altri che tipo di azione sarebbero disposti a fare contro il sistema. "Tirassa, lei si dimetterebbe?", chiede Nicola. Segue risposta di questi, discorso sulle referenze (proposta di non citare l'ateneo di appartenenza accanto al proprio nome sulle pubblicazioni) Interviene poi un guru della filosofia dei tempi passati che dice, giustamente: "Occorre più qualità per combattere i modelli attuali, precostituiti, dobbiamo proporre modelli alternativi, basati su nuovi valori".
Successivamente scade in un arringa contro le manifestazioni in generale, scambiandoci forse per un gruppo della sinistra più sovversiva.
Interviene Elisa in riferimento al discorso sulla qualità: "non mi interessa una qualità per 50 persone, a sto punto preferisco meno qualità ma per tutti".
Idea tipicamente italiana, cultura nella quale sono cresciuto e quindi, di fondo concordo. Però magari sul forum poi vi parlo un po’ del sistema USA o anglosassone che mi ha fatto un po’ distaccare da questa posizione. Un po’ vuol dire un poco, non del tutto. Questo è un commento mio e togliamolo, ma sarebbe carino parlarne sul forum nella sezione sulla riforma.
Nasce poi una discussione sulle tasse fra Rossi, Jacopo e Tirassa che la spara grossa ("in settima fascia ci sono solo i non evasori, non avete ottenuto altro che un atto simbolico"). A tal proposito interviene Angela Fedi che, oltre a cazziare Tirassa, ci sostiene affermando che gli studenti stanno andando nella giusta direzione. Cazzia anche pullover blu: "fra cda e senato accademico cambia eccome, il primo è composto da poche persone, l'altro da 40 e passa. Tra l'altro il s.a. è elettivo. Il cda solo in parte, e ancora meno in futuro".
Ahhahah Se li ha cazziati, li ha cazziati. Io lo lasceri così com’è. Nota x Ste: ma sta Fedi non doveva essere assente? Ora che l’hai vista, poi mi dici su gtalk cosa ne pensi di quanto ci eravamo detti
Mi permetto di aggiungere che il cda a differenza del senato accademico si occupa anche della gestione economica. Se potere decisionale e economico si ritrovassero nelle mani delle stesse persone sarebbe assai diverso dalla situazione attuale, dove i due poteri sono separati: meno trasparenza e moltà più liberta per il cda e il volere dei privati.
Cito anche il botta e risposta Gabriele R./ preside sulla questione università/società, università e ricerca per pochi o per tutti? fine a se stessa o fini pratici? Crea interfaccia culturale?
Eh?? Non ho capito nulla….
gabriele r. sostiene che la ricerca in alcuni casi è fine a se stessa, che i testi, i volumi dei prof. Li leggono o gli studenti o i colleghi o comunque gli esperti. Rossi dice “no”, la ricerca migliora la qualità della vita etc. si intavola, per farla breve, un discorso sul peso e l'utilità della ricerca nella società e se questa è o no accessibile e a chi.
Detta così concordo con Rossi però forse non ho capito bene cosa volesse dire Gabliele.
3° Blocco: Biblioteca
Silvia ci spiega i problemi della Kiesow, di chiara e dei coperativisti in generale, ci ricorda dell'aperitivo.
Interviene a tal proposito un cooperativista, bibliotecario del DAMS (di cui non ricordo mai il nome) che fa un discorso quasi commuovente sulla democrazia (è democrazia scendere in piazza, non terrorismo di massa), oltre che sulla loro situazione.
«
Last Edit: November 16, 2009, 10:28:28 AM by gabrif7
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Report (vecchio) Assemblea di facoltà 12/11/09