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Author Topic: Apertura nuova stanza!  (Read 12290 times)

debora

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Apertura nuova stanza!
« Reply #15 on: October 23, 2008, 02:04:05 PM »
per fortuna qui a torino è stato pacifico, ma purtroppo a cosenza nn è andata allo stesso modo..
Quote
SCUOLA: LANCIO SASSI DURANTE MANIFESTAZIONE STUDENTI A COSENZA(AGI) - Cosenza, 23 ott - Esplode anche a Cosenza la protesta degli studenti delle scuole superiori e dell’universita’ contro il pacchetto di riforme proposto dal ministro Gelmini e sostenuto con vigore dal premier Silvio Berlusconi. Stamattina centinaia di ragazzi degli istituti di secondo grado hanno sfilato inneggiando slogan contro la riforma, ma soprattutto capovolgendo cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e danneggiando i vetri di alcune scuole con il lancio di pietre. La manifestazione ha richiesto pure l’intervento di pattuglie dei carabinieri, che pero’ si sono limitati a controllare evitando qualsiasi contatto. La manifestazione e’ tuttora in corso e gli studenti si sono concentrati dinanzi al Municipio.


questo non dovrebbe succedere, altrimenti si passa dalla parte del torto

debora

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Apertura nuova stanza!
« Reply #16 on: October 23, 2008, 02:28:57 PM »
il rettore scrive:

Quote
E’ fuor di dubbio, al di là di ogni interpretazione politica e di ogni polemica di parte, che i provvedimenti del governo in materia di Università risultano profondamente penalizzanti specie per quegli Atenei che in questi anni hanno tenuto una condotta virtuosa in tema di impiego delle risorse, badando ad esempio a non superare il limite del 90% nel rapporto retribuzioni del personale/FFO e operando in sede locale, con gli enti territoriali e le fondazioni ex-bancarie, al fine di elaborare progetti di finanziamento per la ricerca, favorire l’inserimento di giovani ricercatori, promuovere l’internazionalizzazione specie ai livelli più alti della formazione universitaria.

Con profonda lungimiranza, inoltre, fin dal 2002 l’Università di Torino ha concepito un piano per l’organico, sia relativo ai docenti sia relativo al personale tecnico-amministrativo, che, valutando in anticipo le cessazioni sicure di anno in anno fino al 2012, ha consentito alle Facoltà e all’Ateneo di conoscere con certezza l’ammontare delle risorse disponibili e di utilizzarle nei modi più opportuni in rapporto alle necessità didattico-scientifiche; ciò ha permesso di eliminare motivi di contenzioso all’interno e fra le facoltà, di pianificare a medio e lungo termine il turn-over, di ottimizzare l’attività degli uffici amministrativi con un’adeguata distribuzione delle risorse umane e, inoltre, di celebrare un numero di concorsi (soprattutto di ricercatore, fino al 70% circa del totale delle valutazioni comparative espletate) tale da rinnovare per oltre un terzo in pochi anni l’intero parco docenti dell’Ateneo.

Una simile politica e un simile ricambio hanno avuto ricadute positive anche sui risultati della didattica e della ricerca come dimostrano gli esiti della valutazione compiuta dal CIVR, Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca, resi pubblici due anni or sono (la valutazione riguardava il trienno 2001-2003) ed usati anche nel modello per il calcolo e l’attribuzione del FFO dal CNVSU.

Ora tale sforzo rischia di essere compromesso da scelte che paiono giustificate non da un vero e proprio progetto di riforma e di rinnovamento del sistema universitario italiano, che di riforme organiche e durature avrebbe sicuramente bisogno, bensì da una mera esigenza di fare cassa risparmiando in ogni settore della pubblica amministrazione, compresi appunto quelli della Scuola, dell’Università e della Ricerca, in una prospettiva quanto meno miope del ruolo che formazione, università e ricerca debbono svolgere nella società globalizzata quali esclusivi motori di sviluppo e innovazione. Ciò che soprattutto spiace è che dopo reiterati e assolutamente condivisibili discorsi sulla necessità di applicare metodi meritocratici nella distribuzione delle risorse pubbliche destinate all’Università, si compiano tagli generalizzati e indiscriminati che, di fatto, penalizzano chi è stato virtuoso economicamente e ha prodotto esiti di ricerca apprezzati e ottimamente valutati e premiano chi invece non ha badato a sprechi e ha prodotto risultati scientifici meno esaltanti.

Su un altro versante il blocco del turn-over al 20% rappresenta un grave pregiudizio per le speranze di molti giovani in procinto di accedere alle carriere della ricerca e sicuramente alimenterà, per un verso, nuove massicce fughe di cervelli all’estero e, per l’altro, sottrarrà generazioni di validi giovani all’attività scientifica pubblica con enorme danno per il paese. Sembra cioè di percepire nelle scelte del ministero un’attenzione tutta diretta alla contingenza economica, che impone di limitare al massimo e senza discrimine la spesa statale, e una visione non corretta e non accorta del ruolo dell’Università pubblica, che - a mio avviso - continua ad essere il perno del nostro sviluppo in senso scientifico, economico, civile ed etico, specie in una realtà come quella italiana ove le industrie sono di dimensioni troppo modeste per affrontare in proprio le spese per ricerca e innovazione o - ancor meno - per finanziare fondazioni universitarie private.

Per discutere della situazione del nostro Ateneo e dell’Università italiana in questo momento cruciale di passaggio ritengo opportuno un confronto collettivo all’interno di un Senato Accademico aperto a tutte le componenti dell’Università di Torino (docenti, personale, studenti), nel quale sarà possibile intervenire ed esprimere le proprie valutazioni. Tale riunione si svolgerà in Aula Magna nella giornata di giovedì 13 novembre alle ore 15.00.



Il Rettore
Prof. Ezio Pelizzetti


http://www.unito.it/dal_rettore_news.htm

kia

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Apertura nuova stanza!
« Reply #17 on: October 24, 2008, 12:24:38 PM »
non riesco a iscrivermi alla mailing list, quando mando la mail a nogelmini@sognopsicologia.org me la rimanda indietro, come faccio?

vanev

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Apertura nuova stanza!
« Reply #18 on: October 24, 2008, 02:35:32 PM »
Quote from: kia
non riesco a iscrivermi alla mailing list, quando mando la mail a nogelmini@sognopsicologia.org me la rimanda indietro, come faccio?



Scrivi a Mahanimj (massimo.previte@gmail.com) indicando la tua mail e lui ti inserisce in lista  :)
Se il denaro crescesse sugli alberi a me capiterebbe un bonsai (Boris Makaresko).

I miei click

Psicocavourino

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provocazione...
« Reply #19 on: October 30, 2008, 07:19:07 PM »
Premetto che sono contro la riforma Gelmini e che quella che segue è una semplice provocazione.

Concorderete tutti sul fatto che il punto della riforma che ci tocca più da vicino siano i tagli orizzontali (senza selezione) ai fondi universitari (ca 1,5 miliardi di euro in 5 anni). Le conseguenze di questo "allegro stagliuzzare" individuate come più penalizzanti per l'istruzione sono: il licenziamento di ca. 2000 ricercatori e l'inevitabile futura privatizzazione delle università. E anche vero, però, che l'università italiana sta andando a rotoli e che qualcosa bisogna pur fare.

Descritto brevemente il drammatico scenario sul quale ci stiamo muovendo, io mi chiedo: non è proprio possibile vedere il bicchiere mezzo pieno?

Meglio: in un contesto nel quale le spese futili delle università sono incontrollabili, la carriera universitaria post lauream è alle soglie dell'inaccesibile, un eufemistico 50% delle lauree viene conseguito solo per "avere un pezzo di carta", neanche si trattasse di carta igienica, il livello di preparazione generale è medio-basso (più basso che medio), il numero di facoltà esistenti supera le 5000 (quando ne sarebbero sufficienti se non la metà almeno 1500,2000 in meno), insomma, in un contesto nel quale mi sembra evidente che le fondamenta dell' "edificio culturale" siano marce, non è possibile che questi tagli si presentino come la necessaria macchina demolitrice? (ovviamente dopo la demolizione ci si aspetta la ricostruzione!)

E ancora: se è vero che la privatizzazione delle università porterà inevitabilmente ad un aumento delle tasse (e chiedo a qualcuno più informato di me a quanto potrà ammontare questo aumento), non è anche possibile che porti ad un notevole aumento della qualità dell'istruzione?

Insomma, il punto chiave di questo discorso è che le nostre università a livello europeo e mondiale valgono davvero poco; non è possibile che, dopo l'inevitabile crollo consecutivo a questi tagli, si riesca finalmente ad imboccare la strada giusta per migliorarci?
L\'uomo può essere ucciso, ma non sconfitto. (Hemingway E.)

gabrif7

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Apertura nuova stanza!
« Reply #20 on: October 30, 2008, 08:13:05 PM »
Quote from: Psicocavourino


E ancora: se è vero che la privatizzazione delle università porterà inevitabilmente ad un aumento delle tasse (e chiedo a qualcuno più informato di me a quanto potrà ammontare questo aumento), non è anche possibile che porti ad un notevole aumento della qualità dell'istruzione?


cosa ce ne facciamo di un'università di qualità se possono andarci in pochi? (considerando il costo probabile delle tasse, credo sui 7000 euro l'anno); tutti i cittadini, dal meno benestante al "figlio di papà", hanno diritto all'istruzione, a un'istruzione pubblica, dove non studia solo chi se lo può permettere, ma tutti, con le stesse identiche possibilità; altrimenti la meritocrazia???


Quote from: Psicocavourino

Insomma, il punto chiave di questo discorso è che le nostre università a livello europeo e mondiale valgono davvero poco; non è possibile che, dopo l'inevitabile crollo consecutivo a questi tagli, si riesca finalmente ad imboccare la strada giusta per migliorarci?


non sono d'accordo che tutta l'università italiana sia da buttare! è una delle meno finanziate, senza dubbio ma non è così malvagia se si pensa al successo dei cervelli italiani all'estero
è ovvio che stati come svezia, finlandia e compagnia bella offrano un servizio diverso, ma non certo perchè basate su una politica privatista!
(in svezia ti pagano qualsiasi cosa durante il percorso di studio, dalle matite ai PC).
non penso che la distruzione all'università ad opera dell'attuale governo possa subire un processo regressivo che riporti la statalizzazione e, oltretutto, un miglioramento, come da te auspicato!
se la finanziara dovesse essere applicata, ergo se gli atenei dovessero diventare fondazioni private, avremmo un punto di non ritorno.
il bicchiere, dal mio punto di vista, è completamente vuoto, altro che mezzo pieno..
« Last Edit: October 30, 2008, 08:15:49 PM by gabrif7 »

Psicocavourino

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qualche numero!
« Reply #21 on: October 30, 2008, 09:04:39 PM »
premetto che sono felicissimo del fatto che le nostre idee siano così diverse e, considerando che mi sembri molto più informato di me, ti chiedo cortesemente se hai la possibilità di fornirmi dati riguardanti il numero di dipendenti EXTRA delle attuali università (con extra intendo quelli che non servono, in poche parole) e soprattutto riguardanti la differenza tra investimenti di fondi nelle università su suolo europeo e suolo italiano (insomma quanto poco investiamo nell'univ. rispetto alla media europea?). Ah... sai mica anche dirmi la percentuale di iscritti all'università che conseguono poi effettivamente la laurea?

Riguardo a quanto tu dici sulla fuga dei cervelli come metodo per misurare la qualità delle univ. italiane permettimi di dissentire: una buona università non prepara i suoi studenti per poi lasciarli andar via.. dunque la nostra non è una buona università! (a mio parere ovviamente)

[Cmq la meritocrazia non esiste nemmeno adesso... anzi...]
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gabrif7

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Apertura nuova stanza!
« Reply #22 on: October 30, 2008, 11:44:40 PM »
Quote from: Psicocavourino
ti chiedo cortesemente se hai la possibilità di fornirmi dati riguardanti il numero di dipendenti EXTRA delle attuali università (con extra intendo quelli che non servono, in poche parole)

cosa discrima quelli che non servono da quelli che servono?

Quote from: Psicocavourino
e soprattutto riguardanti la differenza tra investimenti di fondi nelle università su suolo europeo e suolo italiano (insomma quanto poco investiamo nell'univ. rispetto alla media europea?)


http://www.miur.it/DefaultDesktop.aspx?doc=558 oppure http://cnu.cineca.it/nazionale04/univ-conf.htm dovrebbero dare un'idea.
leggevo che in messico, cile, lituania e altri stati in linea teorica meno sviluppati finanziano maggiormente l'università e la ricerca che l'italia.
menzogne?

Quote from: Psicocavourino
Ah... sai mica anche dirmi la percentuale di iscritti all'università che conseguono poi effettivamente la laurea?


non vedo che c'azzecca! la percentuale di laureati per quanto mi riguarda può essere pari allo 0,1%! si parla di diritto all'istruzione. Dopodichè questo è un dato facilmente accessibile con internet.
Ben d'accordo nel fare una selezione, ma non in base a possibilità economiche, non credi?

Quote from: Psicocavourino
Riguardo a quanto tu dici sulla fuga dei cervelli come metodo per misurare la qualità delle univ. italiane permettimi di dissentire: una buona università non prepara i suoi studenti per poi lasciarli andar via.. dunque la nostra non è una buona università! (a mio parere ovviamente)


non è un metodo per misurare la qualità di un'università! se un laureato in suolo italiano, trova possibilità lavorative all'estero, la preparazione rimane però buona; questo dimostra, per me, che non siamo in una situazione "merdosa" (scusate la parola); con un piano intelligente si può migliorare. Un laureato italiano se ha buone probabilità di trovare lavoro all'estero, ha un preparazione uguale o migliore di uno straniero.
Sono d'accordo con te nel dire che una buona università dovrebbe introdurre uno studente nel mondo del lavoro, ma il discorso non si limita al solo sistema universitario: è ben più ampio!
io stesso ti ho detto che siamo indietro rispetto a diversi paesi, ma non mi sento di dirti che l'università di torino (quella frequento) sia così disastrosa.

inoltre la fuga è motivata principalmente dal fatto che un la ricerca da noi non è un gran che finanziata. O è una balla dei giornali?
o sarà qualche marxista? mah..

Quote from: Psicocavourino
[Cmq la meritocrazia non esiste nemmeno adesso... anzi...]

quindi, tu dici, limitiamola ancora di più..giusto..

vanev

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Apertura nuova stanza!
« Reply #23 on: October 31, 2008, 01:16:30 AM »
Non credo che i tagli miglioreranno la situazione universitaria italiana, neanche in un'ottica futura. Mai dire mai, ma come si fa a ricostruire qualcosa che dipende solo in parte da noi? O protestiamo per qualcosa o noi non abbiamo voce in capitolo, siamo dei fruitori. Quindi bisogna anche mantenere l'esame di realtà: se non facciamo qualcosa ora poi è difficile che cambi dopo che il processo è stato avviato.
Il processo può essere positivo?
Credo che abbia dei punti deboli molto forti, il più preoccupante è l'aumento di tasse, ogni fondazione avrà completa libertà in materia. Le attuali garanzie non avranno più nessun valore. La differenza tra università pubblica e università privata si farà sempre più forte; uno stato sociale, secondo la mia idea, non può permettere che avvenga questo. Vale per le università, ma vale anche per le superiori, medie, elementari.
Cerchiamo di fare un'analisi critica e di capire cosa è positivo degli altri stati e cosa no, senza inseguire un modello che forse per noi non è adatto. Ogni paese ha le proprie radici, la propria cultura e la propria Costituzione (di quest'ultima spesso qualcuno si scorda).

Detto questo, la partecipazione dei privati non è sempre un male, ma con le dovute garanzie da parte dello stato.
Si potrebbe disquisire di questo, ma non quando un decreto-legge cambia così radicalmente il volto dell'istruzione.

Questa non è una riforma sull'istruzione, lo dice anche Berlusconi minimizzando, in realtà questa mancanza di una legge ragionata è il fattore che più mi mette nella posizione di non parlare di idee (è giusto il privato, giusto il pubblico, funzioni di uno stato sociale, ecc...), ma mi mette in una posizione di contrasto verso un decreto urgente che fa tagli ( e qui hai detto giusto Psicocavourino) indiscriminati, facendo passare i tagli come inevitabili.
Mettendo in un calderone di una finanziaria confusa materie come l'istruzione e la sanità, fondamentali per il futuro culturale ed economico del Paese. Non scordiamoci economico, perchè sembra che passi il messaggio che salvare le banche è più importante, ma non è così, senza la ricerca uno stato che prospettive ha? Credo nessuna.

Il fatto che la nostra attuale istruzione abbia dei difetti enormi, non giustifica i tagli, non giustifica un decreto legge.
Alcune proposte interessanti sono state fatte, questa sera ad Anno Zero c'era un deputato del Pd, dal suo blog:

Quote
E' per questo che mi sono impegnato a scrivere un articolo che adesso è legge dello Stato e che prevede le seguenti cose:

1) ogni anno il 10% delle risorse pubbliche per la ricerca (per un totale di 81 milioni di Euro nel 2008) deve essere destinato ai ricercatori di età inferiore ai 40 anni;

2) questi 81 milioni di Euro devono essere assegnati non da chi detiene il potere nel mondo accademico e scientifico, ma da una commissione di 10 scienziati al di sotto dei 40 anni, scelti sulla base di parametri chiari, il loro impact factor e citation index, cioè una prova concreta e documentabile del lavoro scientifico svolto;

3) metà di questi 10 scienziati devono provenire da istituti di ricerca stranieri;

4) il finanziamento per ciascun giovane scienziato non deve essere inferiore a 400.000 Euro, in modo da permettere realmente lo sviluppo del suo progetto;

5) il giovane che vincerà il finanziamento potrà scegliere in quale istituto utilizzarlo, escludendo così i "baroni" dai meccanismi di attribuzione ed anche da altri vincoli che possano limitare la libertà decisionale del giovane ricercatore.

Perchè ho voluto ricordare questi fatti? Perchè penso che è vero che dobbiamo finanziare molto di più la ricerca italiana ma dobbiamo farlo con meccanismi che portino senza alcun dubbio a scegliere i migliori altrimenti potremo anche decuplicare i fondi ma se l'assegnazione non seguirà i criteri internazionalmente  riconosciuti per far valere il merito il nostro sforzo economico non produrrà alcun risultato.

Quindi sì a più fondi, ma tutti assegnati solo ed esclusivamente sulla base del merito!


Beh, questa direzione è quella da prendere: evitare gli sprechi e cercare di migliorare il sistema.
L'intento di questo governo e della maggior parte della classe politica è ben differente.

Inoltre, non è vero che non ci sono istituti d'eccellenza in Italia, altrimenti i nostri ricercatori non troverebbero lavoro all'estero, non così tanto. Come non è vero che non esiste la mediocrità, bisogna sempre tenere ben conto dell'intero spettro di quello che ci circonda o almeno fare uno sforzo.

Vorrei ancora dire una cosa per quanto riguarda i decreti legge che sembrano andare tanto di moda negli ultimi tempi e sono un abuso del governo che detiene solo il potere esecutivo, non quello legislativo. I decreti legge andrebbero cercati solo in una reale situazione di urgenza, per tutto il resto si dovrebbe fare affidamento all'iter normale di legge e non cercare abbreviazioni.
Attenzione che la dittatura è l'insieme dei tre poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) concentrati in una sola persona o gruppo. Non voglio insinuare niente, ma attenzione  :p
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mahanimj

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Apertura nuova stanza!
« Reply #24 on: October 31, 2008, 01:48:53 AM »
Mi pare che questo video possa essere chiarificatore ed interessanti per alcuni (non tutti) i punti che sono stati discussi qui.
http://www.youtube.com/watch?v=9gzGHoOJAsQ&feature=iv&annotation_id=event_719955
è a seconda parte dell'intervista, anche la prima è interessante per chi fosse interessato...
Será que ainda vai chegar o dia de se pagar até a respiração? Pela direção que o mundo está tomando eu vou viver pagando o ar de meu pulmão...

gabrif7

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Apertura nuova stanza!
« Reply #25 on: October 31, 2008, 11:13:10 AM »
volevo solo postare un articolo de "Il Giornale", giusto per far capire che siamo già in un regime http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=302680#1..
scusate l'off topic.
« Last Edit: October 31, 2008, 01:21:31 PM by gabrif7 »

mahanimj

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Apertura nuova stanza!
« Reply #26 on: October 31, 2008, 01:11:17 PM »
Quote from: gabrif7
volevo solo postare un articolo de "Il Giornale", giusto per capire che siamo già in un regime http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=302680#1..
scusate l'off topic.

A riguardo credo sia d'obbligo postare anche la versione di Curzio Maltese...
Riporto i passi fondamentali secondo me:
"Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra."
"A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo"."

Quote from: Curzio Maltese
Un camion carico di spranghe e in piazza Navona è stato il caos.
La rabbia di una prof: quelli picchiavano e gli agenti zitti.Un camion carico di spranghe.
Aveva l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi.

Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.

Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata". Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. "Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse.


Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".

Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra". Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto".

Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì".

È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati".

Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.

Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.

A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".
(30 ottobre 2008)
« Last Edit: October 31, 2008, 01:19:41 PM by mahanimj »
Será que ainda vai chegar o dia de se pagar até a respiração? Pela direção que o mundo está tomando eu vou viver pagando o ar de meu pulmão...